sabato 25 maggio 2013

venerdì 24 maggio 2013

Dal 1° di giugno documento di valutazione dei rischi per "tutti"... finalmente!

Pubblico molto raramente post relativi ad argomenti di lavoro, ma questa notizia secondo me merita.
Finalmente, dopo proroghe su proroghe, di fronte ad un fenomeno che ci "costa" 900 morti, 800.000 infortuni e 25 miliardi di euro l'anno, dal 1° di giugno "tutte" le aziende dovranno dotarsi del documento di valutazione dei rischi (per gli addetti ai lavori "DVR"). Basta autocertificazione quindi, che era invece concessa le aziende fino a 10 lavoratori.

Come fare a sapere se questa info vi interessa?
Se lavorate e siete in più di 2, indipendentemente dall'assetto societario e dalla presenza o meno di personale assunto, questa notizia vi interessa.

Diffidate:
  1. di chi vi propone un DVR preconfezionato via email;
  2. di chi parlando di sicurezza sul lavoro usa la parola "dipendente" invece di "lavoratore" (per cui anche di alcune testate giornalistiche nazionali);
  3. di chi vi dice "tu non hai questi obblighi", se questo di mestiere fa il panettiere, il commercialista o il benzinaio. Io non faccio il pane, non so fare una dichiarazione dei redditi e non saprei capire la differenza tra una tanica di benzina e una di miscela, e per questo evito di dispensare consigli in questi ambiti.

giovedì 23 maggio 2013

Ventesimo anniversario

Dopo venti anni ancora non abbiamo la verità. A cosa serve sfilare se non vuoi svelare?

sabato 18 maggio 2013

USA / 1



"The true administration of justice is the firmest pillar of good government", Civil Courthouse, NewYork



venerdì 17 maggio 2013

Un federalismo per un’Italia più unita (2011)


In occasione delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia avevamo organizzato con gli amici del circolo FLI di Desenzano un incontro a Villa Brunati.
Sono passati due anni, e nel sistemare la (sempre incasinatissima!) cartella Documenti, ho ritrovato il mio intervento, che aveva come argomento la questione del federalismo.
L'ho riletto, l'ho ritrovato tremendamente attuale e lo propongo qui. Per chi "avrà gana", come direbbe Camilleri, di leggerlo fino in fondo consiglio di immaginarsi la location in cui è stato esposto: sala principale della Villa Brunati a Rivoltella, con sulla destra vetrate che mostrano il lago in una giornata di sole. Buona lettura.
“Buon compleanno Italia”. Con queste parole molti quotidiani italiani e stranieri hanno salutato l’ingresso nel 2011, l’anno del 150° dell’unità d’Italia. Ed è vero che questa occasione, festosa e solenne nello stesso tempo, segna il passaggio dell’Italia all’età adulta, attraverso vicissitudini, conquiste, guerre e difficoltà che hanno segnato nel bene e nel male la nostra Nazione e i suoi abitanti.Ma come tutti i compleanni che si rispettino anche il nostro deve prevedere per il festeggiato, la nostra Nazione, un bel regalo. E il regalo che da più parti sembra si desideri portare al nostro paese in questo 2011 ancora tutto da svelare è il Federalismo.Non è questa la sede né tanto meno io posso essere la figura più idonea per parlare di federalismo in senso stretto, di federalismo in senso pratico e di federalismo in termini operativi e tecnici. Ci limitiamo invece, nei pochi minuti che abbiamo a disposizione, con la serenità che caratterizza le domeniche mattina e con alle spalle questo fantastico scenario del nostro lago a farci da contorno, a rispondere alla domanda se il federalismo sia coniugabile con l’idea di un’Italia più unità o se invece il rischio è che la riforma federale frammenti e frantumi la nostra nazione.Se appunto evitiamo i tecnicismi e intendiamo il federalismo come una maggiore autonomia agli organismi locali, con l’aumento di competenze degli enti locali e una razionale distribuzione delle risorse dall’ente centrale agli enti periferici, la prima cosa a cui pensiamo è proprio la parola divisione.Pensiamo all’abbandono dell’unità nazionale, pensiamo al disappunto per i simboli di una nazione unita in favore di una suddivisione in tante piccole unità indipendenti. E, visto il contesto delle celebrazioni per i 150 anni forse pensiamo che non sarebbe un bel regalo per la nostra Italia se per festeggiare i 150 anni della sua unità le proponessimo proprio di dividerla.Ed è proprio così. Il federalismo auspicabile, la cui formulazione risale non agli ultimi decenni ma è ben più antica e ricca di dibattiti storici, deve rafforzare l’unità dell’Italia e non frammentarla.
Uno stato può essere federale e nel contempo mostrare le caratteristiche del rispetto per l’autonomia, per la sussidiarietà, per la territorialità. In una nazione non è ammissibile definire un peso morto una città colpita da un terremoto in cui hanno perso la vita centinaia di persone. La nazione unita interviene per assistere chi affronta delle difficoltà. Oggi è toccato ad altri, e se domani toccasse a noi?Nell’Italia unita, dopo aver raccolto la sfida del federalismo, viaggiare da Milano a Roma e da Reggio Calabria a Roma deve richiedere lo stesso tempo. Curarsi al nord o al centro o al sud deve costare uguale ed essere equivalente per qualità e professionalità. Le sfide di un federalismo solidale non sono poche. Sarebbe facile implementare un federalismo dove chi sta bene sta bene e chi sta male si arrangia.Ma se così fosse faremmo un passo indietro, diremmo ai nostri Padri che il gran lavoro che hanno fatto per costruire una nazione unita è stato inutile. E non sarebbe un bel regalo per il nostro paese.Il manifesto di Futuro e libertà auspica un’Italia unita nelle sue differenze. Si propone anche uno Stato più efficiente e meno invadente, e da questo punto di vista il federalismo non può che essere un mezzo utile per raggiungerlo. E’ possibile che la nostra Italia abbia questo futuro?
Mentre ci accingiamo a celebrare il 2011 come pietra miliare della storia della nostra Patria, ragioniamo sui simboli che ci uniscono. Riflettiamo sul fatto che qualunque sia la parte d’Italia che noi chiamiamo casa, il tricolore e l’inno nazione ci accomunano. Possiamo essere uno stato federale, possiamo vivere in regioni e comuni diversi, ma questi due simboli non possono che essere ancora di più emblemi dell’unità nazionale.Perché il rischio latente, una volta trascorso il 2011 e messa in atto la riforma federalista, è che si dimentichi l’unità nazionale. Allora ricordiamo questi due simboli che non sono di Roma, di Torino o di Napoli, ma sono nostri, di noi italiani.Per dirla con le parole di Carducci, che disse quanto segue in occasione di una celebrazione del primo centenario del Tricolore, “il bianco significa la fede serena alle idee che fanno divina l'anima nella costanza dei savi; il verde rappresenta la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene della gioventù dei poeti; il rosso indica la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi!".E parte di quel sangue fu versato anche qui, nei campi e nei prati che circondano San Martino e Solferino. Possiamo dimenticarcene? Per noi che siamo desenzanesi la torre di San Martino con il suo faro che  riproduce proprio i colori della nostra bandiera dovrebbe essere più che mai un’occasione per ricordare quanto è qui accaduto.
L’altro simbolo dell’unità nazionale è l’inno di Mameli, Fratelli d’Italia. Ignorato, poco rispettato e da alcuni addirittura osteggiato, racchiude invece altri importanti richiami all’unità nazionale.Perché quando saremo cittadini di uno stato federale dovremo ricordare ancora di più che la nostra Patria è l’Italia unita e che qualunque sia il nostro comune di origine siamo tutti Fratelli d’Italia.Quando cantiamo “Noi siamo da secoli / Calpesti, derisi, / Perché non siam popolo, / Perché siam divisi. / Raccolgaci un'unica / Bandiera, una speme: /Di fonderci insieme / Già l'ora suonò.” capiamo che il sogno di un’Italia unita allora tanto coltivato e costato tanti sacrifici è ora una solida realtà: perché mai dovremmo voler tornare indietro?Non vogliamo che questa celebrazione susciti, come per altre forse ci è capitato, noia. Non vogliamo che il 150° passi tra l’indifferenza, come un’occasione per pochi che sanno cosa è successo in passato. Ricordiamo il grande sacrificio fatto dai nostri Padri, per cercare di capire cosa possiamo fare noi per i nostri figli.
Il lago alle nostre spalle ha visto passare eserciti invasori, ha visto truppe straniere accamparsi e combattere per queste terre. Ma sempre questo lago ha visto gli Italiani reagire, una ,due ,tre ,quattro e più volte, ma poi quelle truppe straniere se ne sono andate. Ed è così nata l’Italia unita.Non vogliamo essere noi, colmi di buone intenzioni, a dividere quello che con tanta fatica è stato costruito. Attuaiamo pure il federalismo sfruttandone i vantaggi, aumentando le autonomie locali e lasciando maggior libertà agli enti periferici. Ma ricordiamo sempre la nostra identità nazionale, e la nostra appartenenza alla Patria Italica.
“Buon compleanno Italia”, “Buon compleanno Italiani”, e  buon compleanno a ciascuno di noi.