lunedì 9 dicembre 2013

Il discorso di Renzi

Ieri ho ascoltato il discorso di Matteo Renzi. L'ho ascoltato dal punto di vista della proposta politica e dal punto di vista della capacità di comunicazione.

Dal punto di vista politico l'ho sentito parlare di cose che mi piacerebbe sentire dire di più anche a destra, posto che ci sia qualcuno da questa parte che abbia voglia di dirle. Scuola, sburocratizzazione, messa in sicurezza del territorio, merito. Sono argomenti che non possono essere lasciati in esclusiva alla sinistra, anche se è una sinistra "anomala" quella di Renzi come lo sarebbe stata quella di Civati. A destra, quella destra vera e non la Spa del Padrone, sentiamo parlare solo di riforma della giustizia e grazia "motu proprio". E il resto? Un amico oggi scriveva su Facebook che nella destra ci sono gli elettori pronti, ma manca un leader. Concordo, manca un leader e se non salta fuori alla svelta non ci si potrà lamentare se quegli elettori finiranno tra le file degli astenuti oppure tra i votanti, ad esempio, del PD di Renzi.

Sull'aspetto della comunicazione, devo dire, tanto di cappello. Ha sempre usato il "noi", ha usato il termine sinistra poche e misurate volte, per strizzare l'occhio anche a chi quella parola non la digerisce molto, ha usato un italiano semplice, immediato, di pochi vocaboli. Mancava la celebrazione della persona, tipica di Berlusconi, e mancava l'aria da "circolo culturale" che annoia e stanca dopo 10 secondi tipica degli incontri della sinistra. Renzi ha mantenuto il contatto visivo non leggendo mai gli appunti che aveva.  Ho letto che Cuperlo scriveva i testi dei discorsi di D'Alema, discorsi che D'Alema non usava mai. Ecco, se fossi Cuperlo smetterei di scrivermi i discorsi da solo e di mettere gli occhiali per leggerli: prenderei 5 punti percentuali in un colpo solo. A Otto e mezzo qualche settimana fa ho sentito una parlamentare PD lamentarsi che non è giusto che abbia successo chi comunica bene rispetto a chi dice cose impegnate. Si devono convincere, tutti i politici, che una buona idea non comunicata è un'idea inutile. E una cattiva idea comunicata bene diventa una buona idea. Per cui, largo alle buone idee e che siano comunicate bene.

Non so se farà bene o farà male, in ogni caso gli auguro buon lavoro. Se i miei figli vivranno in un'Italia migliore, non mi interesserà se sia stato merito della destra o della sinistra, o di entrambe. Di sicuro se Renzi riuscirà a smuovere quel lato del monte, anche da quest'altro dovrà succedere qualcosa di diverso e di forte.

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