mercoledì 31 dicembre 2014

L'anno nuovo: come sarà?

Indovinami, indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?
“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.

Gianni Rodari

venerdì 31 ottobre 2014

Guida ai lavori in quota: il libro che non c'era e ora c'è

 
Ce n'erano e ce ne sono tanti di libri sui lavori in quota ma questo no... 
Beh, oggi c'è!

venerdì 26 settembre 2014

Perché non posso comprarmi un iPhone 6?

Tutte le volte che esce un iPhone nuovo si ripete lo stesso copione: grande attesa, rilasci di immagini rubate, code davanti agli Apple Store e soliti commenti indignati di chi, pensando che quelle persone siano un branco di idioti pronti a farsi spennare, dicono che le lamentele per la crisi non hanno senso se poi spendi tutto uno stipendio per un telefono.

Come primo punto diciamo che io, da animo liberale e liberista, partirei da un concetto base: se i soldi sono tuoi ci fai quel che vuoi. Vuoi comprarti una mountain-bike in carbonio da 4000 euro? Vuoi comprare un orologio da 6000 euro? Se i soldi te li sei guadagnati, risparmiati e non togli risorse essenziali ai tuoi famigliari perché dovrei anche solo permettermi di criticarti?

Il secondo punto con cui mi spiego le notti passate in piedi aspettando l'apertura dello store è quello del "gene del tifoso". Non credo che siano pazzi quelli che stanno 12 ore accampati per un telefono come non credo lo siano quelli che sostano 12 ore (o più!) fuori da uno stadio per un concerto del loro idolo o quelli che fanno 12 ore di trasferta per vedere una partita della loro squadra del cuore. Per il concetto di cui sopra ognuno il suo tempo lo impiega nel modo che più lo gratifica. Posso non condividere la tua scelta, ma di certo nessuno mi da il diritto di criticarla.

E con queste due osservazioni direi che avremmo finito il discorso: i soldi sono tuoi, il tempo pure, e chi ti può venire a rompere se decidi di impiegarli così? Invece no, perché c'è chi parla della crisi, della disoccupazione e dei problemi economici che affliggono il nostro Paese. Tutto vero e i dati economici concordiamo tutti che non siano proprio rose e fiori, ma se guardi le code per l'iPhone e trai queste conclusioni forse stai guardando non il dito, ma l'unghia, e stai perdendo di vista la luna.

Mi sono divertito a fare un gioco. Ho immaginato che anche chi si unisce allo stuolo delle critiche gratuite agli iPhone-fan abbia pure lui qualche "vizietto" (o "passione" dipende tutto dai punti di vista!). Proviamo allora a fare un paragone: immaginando che l'acquisto di un iPhone ti "soddisfi" per 2 anni, la tua spesa annuale (iPhone 6 64gb) è 839/2=419,50 euro/anno. Quindi tu ragazzo in coda hai un vizio/passione/desiderio da 419,50 euro/anno. Tu che lo osservi da fuori prova a considerare se...
... fumi mezzo pacchetto al giorno? Sono 730 euro/anno
... hai Sky Tv e Calcio? Sono 396 euro/anno
... scii per 7 weekend all'anno (non considerando l'attrezzatura)? Sono 665 euro/anno
... giochi alle videolottery solo 10 euro a settimana? Sono 520 euro/anno
... hai un abbonamento in palestra? Sono 600 euro/anno
... vai dall'estetista 2 volte al mese? Sono 600 euro/anno
... potrei continuare, ma il concetto credo sia chiaro: a volte guardare l'altro lato della medaglia per capire che una cosa che per noi non ha assolutamente alcun valore e non merito una spesa o un sacrificio per altri invece può averne. E' questione di punti di vista, semplicemente.

Ho volutamente, confidando nell'intelligenza del lettore, trascurato ogni considerazione su cosa sia indispensabile e su cosa sia futile, e non voglio pensare se sia meglio che quei 419,50 euro/anno vadano in beneficenza, in birra o in libri o in biglietti aerei. Spero che ognuno di quei ragazzi in coda abbia chiaro cosa per lui sia un bene primario e su cosa deve avere la priorità nella propria vita. Ma del resto lo spero anche di ogni persona che vedo comprare le sigarette o giocare alle videolottery la mattina... anzi no: è accertato che la prima provochi il cancro e la seconda ludopatia, ed entrambe possono portare anche alla morte (propria o di altri, dipende dai casi). Riconosciamolo questo ai ragazzi in coda per l'iPhone: non stanno facendo del male a se stessi o agli altri, e di sicuro usciranno dalla coda con qualche conoscenza o amicizia in più rispetto a quando ci sono entrati e forse quelle 12 ore non saranno state poi così inutili.

Ps: ovviamente le cifre nel paragone riportate sono indicative, anche se supportate da un minimo di ricerca e di indagine "di mercato". Volevo dare un'idea, non fare un'analisi dei costi.

Pps: devo osservare a margine che anche io non capisco la coda di 12 ore per avere un oggetto 5 giorni prima degli altri (questo è il tempo della spedizione comprandolo sul sito Apple che te lo fa arrivare comodamente a casa). Non capisco il fenomeno, ma non sono un antropologo e quindi mi limito ad osservare.

venerdì 19 settembre 2014

Il finanziamento Apple

Apple, da sempre vicina alle esigenze dei suo clienti, offre un vantaggioso finanziamento per l'acquisto dei suoi prodotti. Ecco un esempio:
Vantaggiosissimo... si si!

lunedì 15 settembre 2014

Urcis 2014: arriviamo!

Iscrizioni fatte, anche quest'anno la Urcis 6h ci aspetta.
Il percorso quest'anno ha un passaggio un pochino complicato ma con un po' di pratica arriveremo preparati... Visto che ci saranno un paio d'ore al buio ci stiamo anche attrezzando con fari adeguati per non ripetere l'errore dell'anno scorso.
Manca poco al 4 ottobre!



venerdì 8 agosto 2014

Il pragmatismo

"Il pragmatismo ha il potere di farti conquistare i sogni, ma anche di farteli dimenticare. E io avevo dimenticato i miei: stavo diventando cinico e arrendevole"


mercoledì 6 agosto 2014

Lavori in corso

Mesi di latitanza dal blog perché mesi di intenso lavoro, in aula, in ufficio, sul campo (...e per campo intendo anche il campo di terra!). Questa edizione di SAIE-Ambiente Lavoro (le fiere rispettivamente dell'edilizia e della sicurezza sul lavoro) saranno importanti perché presenteremo (io, l'editore e il mio co-autore) il frutto di mesi e mesi di lavoro, discussioni, notti insonni, albe viste riflesse nel monitor e weekend passati al computer.  Alla fase della realizzazione dei volumi segue quella della revisione delle bozze, la più delicata, perché ti verrebbe voglia di avere la perfezione ma ormai non puoi modificare altro che piccoli passaggi, la più frenetica, perché la tipografia vuole l'ok alla svelta, la più carica di ansia, perché ti chiedi se il tuo lavoro sarà apprezzato e in che misura. Quando chiudi la bozza e passi le correzioni sai che ormai il tuo lavoro è concluso, un po' come quando all'università consegnavi lo scritto dell'esame al professore. Fino a quando i risultati non comparivano appesi alla parete non sapevi come era andata, e quell'attesa poteva essere vissuta o come un'ansia prolungata (ore, giorni, settimane a seconda del docente) o come un momento di scarico, rendendosi conto che ormai i giochi erano fatti ed era inutile preoccuparsi oltre. Io ho sempre preferito il secondo approccio, e lo preferisco anche ora... per cui buona estate a tutti!

mercoledì 14 maggio 2014

Spiegare il rischio sismico agli studenti

Sabato cercherò di spiegare cosa si intende per rischio sismico agli studenti dell'Istituto Bazoli-Polo ma anche a tutti quanti (grandi e piccoli) quelli che vorranno partecipare.
Inizieremo alle 10.00, e per quanto mi riguarda mi farò aiutare dai 3 porcellini e da altri esempi e schemi che spero migliorino la comprensione di un argomento che non deve più essere soltanto appannaggio degli addetti ai lavori.
La dottoressa Rossella Russi spiegherà, con la particolare passione che la anima quando parla di questi argomenti, quali sono le misure che già ci sono per la gestione dell'emergenza e quali sono i margini di miglioramento a livello comunale e sovra-comunale.
Il professor Rodolfo Bertoni illustrerà cosa è stato fatto, cosa si sta facendo e cosa si farà per la messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio, soprattutto scolastico.
Francesco Langella, che farà gli onori di casa come presidente di Civitas, e io stiamo organizzando questo evento da parecchio tempo e sarà una grande soddisfazione se vedremo che l'incontro sarà apprezzato. 
Speriamo che i 3 porcellini ci siano di aiuto...


sabato 12 aprile 2014

Come giochi dice cosa diventerai

Se è vero, ecco le opzioni che offre un negozio di giocattoli.
Quale avrei scelto da piccolo?
Non ho alcun dubbio... eheheh



lunedì 7 aprile 2014

Quando il lavoro diventa tragedia

La situazione infortunistica in ambito lavorativo nel nostro Paese ha numeri tragici e assurdi, lo sappiamo. Quando ne parliamo spesso sentiamo commenti del tipo "è normale", "è vero ma che  ci vuoi fare", "capita a tutti quando si lavora" e cose del genere.
Riflettere su cosa accade vicino, a volte a fianco, a noi potrebbe aiutarci a capire che il problema è reale e potrebbe coinvolgere noi, un nostro congiunto o un nostro conoscente.
Solo in provincia di Brescia e solo le notizie lette sui quotidiani la settimana scorsa:
  • Calvisano: muratore muore folgorato da una scarica elettrica - L'incidente poco dopo le 13.00 in via Brescia
  • Dramma a Visano: operaio muore schiacciato da una lastra d'acciaio - L'incidente giovedì mattina. Inutile ogni tentativo di rianimazione. Sul posto carabinieri e vigili del fuoco
  • Infortunio a Calvisano: grave operaio 57enne - Calvisano: grave operaio 57enne schiacciato da un muletto - L'infortunio martedì verso le 16.00 in una ditta di viale delle Rimembranze
  • Bedizzole: piede stritolato, operaio 27enne rischia l’amputazione - Piede fratturato e maciullato da un ragno meccanico per il sollevamento dei rottami ferrosi: ancora ricoverato al Civile di Brescia l'operaio di 27 anni residente a Calcinato infortunatosi sul lavoro a Bedizzole
  • Milzano, operai travolti da una fiammata improvvisa: uno è grave  -  Gli ustionati sono un 57enne di Visano, grave al Grandi Ustionati di Verona, e il suo collega 20enne, ricoverato all'ospedale di Manerbio
2 morti e 4 infortuni molto gravi in una settimana: è il caso di tenere alta la guardia.

Link:
http://www.bresciatoday.it/cronaca/brescia-calvisano-incidente-lavoro.html
http://www.bresciatoday.it/cronaca/brescia-visano-incidente-lavoro-moto.html?__no_mobile=1
http://www.bresciatoday.it/cronaca/incidente-lavoro-calvisano-brescia.html?__no_mobile=1
http://www.bresciatoday.it/cronaca/infortunio-lavoro-bedizzole-brescia.html?__no_mobile=1
http://www.bresciatoday.it/cronaca/infortunio-lavoro-milzano-brescia-4-aprile-2014.html?__no_mobile=1

lunedì 24 febbraio 2014

WhatsApp in blocco e i servizi gratuiti

Qualche giorno fa WhatsApp è andato out of service per 4 ore.
Che sia dovuto agli hacker o ad un aggiornamento del server, il "panico" tra gli utenti mondiali era alle stelle.
Chi scriveva su Facebook che non era raggiungibile, chi lanciava tweet, chi messaggiava per chiedere se WA era tornato funzionante o meno.
Il servizio di WA è gratuito, quindi anche se ci sono dei termini di servizio il pensiero che mi è venuto è stato: "ma queste persone che sono nel panico sono le stesse che hanno criticato la scelta del gestore di mettere l'app a pagamento per certi smartphone?"
In generale ci stiamo abituando che i servizi sono gratuiti e quindi a dare per scontata la loro presenza e funzionalità.
Google Maps, Gmail, Shazam, ecc sono servizi che utilizziamo quotidianamente.
Come si ripagano? Con la pubblicità ovvio. Ma il fatto che a pagare siano le aziende non significa che il servizio sia gratis. Gli sponsor vogliono riscontri, e quindi per fare pubblicità mirate ci possono anche tracciare le ricerche internet e le email.
Gli 89 cent pagati per WA sono una sciocchezza in confronto al valore del servizio fornito, e non bastano di sicuro a coprire i costi del sistema.
Per cui o impariamo che le cose si pagano oppure ci dobbiamo piegare a vivere a "sbafo" pagando con la fornitura dei nostri dati, anche personali.
Gratis e senza fornitura dei dati personali si chiama "a scrocco", e non credo sia un modello di business sostenibile.

sabato 1 febbraio 2014

Domani (domenica) mattina alla Feltrinelli presentiamo questo libro



Nel cuore degli anni di piombo capitò pure che un partigiano liberale, eroe e medaglia d'oro al valor militare della resistenza, antifascista e anticomunista, fosse incriminato per cospirazione politica da un magistrato poi deputato del PCI, Pds, Ds, Pd.


È la vicenda politica, processuale, umana del leggendario "comandante Franchi", Edgardo Sogno e del giudice che lo inquisì, Luciano Violante, poi assurto a Presidente della Camera dei Deputati.

Processo penale e processo politico si intrecciano in un coacervo di fatti che fu molto più di un errore giudiziario. Sotto essenziali aspetti, il caso Sogno fu il nostro affaire Dreyfus.


Noi di Civitas vi aspettiamo!


giovedì 23 gennaio 2014

La questione preferenze, come vedere il dito e non la luna

Appassionato, e appassionante solo per alcuni, il dibattito di questi giorni sulla nuova legge elettorale. Tra le novità l'assenza delle preferenze ma una corta lista di nominati oltre al divieto di presentarsi in più collegi.
Posto che 1) forse la legge elettorale perfetta non esiste, 2) per farla servono i voti e quindi la soluzione deve diventare di compromesso e 3) la legge è uno strumento e non un fine, da una parte e dall'altra ognuno leva i suoi scudi contro o a favore di questo o quel sistema.

Non mi appassiona il dibattito fine a se stesso, non sono un esperto, sono solo un utente: io compro un'auto, la pago e ci metto il gasolio e la voglio guidare senza troppi problemi. A che pressione venga iniettato il combustibile o il numero di giri della ventola di raffreddamento non mi interessa saperlo, basta che funzioni. Lo stesso vale per la legge elettorale. 
Negli anni passati abbiamo avute due leggi elettorali (tra l'altro partorite dalle stessi sapienti menti che oggi criticano questo o quel sistema) insoddisfacenti e inadeguate (Mattarellum e Porcellum). Ci vogliamo provare con questo Italicum? Scopriremo tra 5 anni che è un sistema inadeguato? Chi ci sarà allora cambierà anche questa legge modificandola, e stop! Un po' come farei io se l'auto che ho acquistato mi desse dei problemi.

L'idea delle preferenze mi piace. Mi è piaciuto prenderne (poche, purtroppo!) quando ho partecipato alle amministrative. Significa che chi ti conosce ti vota, e il rapporto eletto-elettore si salda e fortifica, creando un forte senso di responsabilità del primo nei confronti del secondo. Ma questo varrebbe in un mondo ideale, in un mondo dove i tentativi di corruzione fossero assenti e dove il dispendio di somme ingenti per una campagna elettorale personale non creerebbe molto facilmente clientelismi e sacche di consenso a pagamento. Chi pensa che le preferenze siano la panacea di tutti i mali pensi ai casi eclatanti delle regionali, dove le "cene con contributo" (per l'elettore e non per il candidato!) diventavano un sistema di raccolta di voti di preferenza.

La legge elettorale deve essere calata nella realtà in cui opererà per poter funzionare. Continuando con l'esempio dell'auto, se abitassi in una baita in montagna con un sentiero sterrato, per accedervi di sicuro una Maserati Ghibli sarebbe inadeguata ma sarebbe molto meglio un robusto Range Rover: meno veloce, meno sportivo, ma capace di affrontare buche e dissesti del terreno. Un Paese in cui persone vendono per poche decine di euro il proprio voto suscita certamente delle perplessità quando si va a parlare di preferenze.

Proviamo a vedere la luna e non il dito con un'ultima osservazione sulla lista corta dei nominati prevista da questa legge (tanto da averla fatta definire da qualcuno il "Porcellinum"). Sotto trovate la nuova scheda elettorale a confronto con le due precedenti (fonte il sito di Roberto Giachetti che consiglio di leggere perché analizza molto meglio di me la questione). Non compaiono le preferenze, è vero. Quella breve lista di nomi di candidati deve però avere un riscontro nel collegio in cui viene proposta, e nel momento in cui mi trovassi in cabina elettorale la formazione Razzi-Scilipoti-Santanchè, Brunetta-Gasparri-Capezzone, Gelmini-Carfagna-Biancofiore e Berlusconi tra i pali (da leggere come fosse una formazione calcistica, visto che siamo nell'anno dei mondiali)... magari il desiderio di passare alla lista successiva mi verrebbe.

Pensare che allungare il dibattito sulla legge elettorale serva solo a mantenere in piedi il Governo con lo spettro di un nuovo voto con il Mattarellum è legittimo. E mai come in questo caso chi fa rende ancora più evidente l'inutilità di chi non fa.



mercoledì 22 gennaio 2014

Perché evitare il "NON": l'esempio di Cuperlo

Quando tengo dei corsi con argomento le tecniche di comunicazione dico spesso che il termine "non" deve essere evitato. Primo perché confonde, secondo perché trasmette proprio il concetto contrario a quello che si vuole dire.

Il nostro cervello per realizzare una negazione, deve prima crearsi la frase al positivo e soltanto dopo metterci una bella X grossa sopra per negarla.
Un esempio? Se vi dicessi che "non dovete assolutamente pensare a una mucca pezzata che pascola in un prato di montagna"... voi cosa state visualizzando? Una bella mucca che pascola, con una X grossa sopra. Ma intanto la mucca in testa ve l'ho messa.
Espressioni tipo "non sono qui per farti perdere tempo", "non sto dicendo che sei cretino" oppure "non voglio che pensi che stia per lasciarti" hanno proprio l'effetto contrario rispetto a quello che vorremmo noi.

E' un grossolano errore di comunicazione che viene fatto frequentemente, purtroppo anche da persone che non dovrebbero fare errori simili. Ieri sera a Ballarò uno dei nostri politici, Gianni Cuperlo, ha fatto questo errore, e Beppe Severgnini lo ha fatto notare.
La frase è stata: "Non sto dicendo che Matteo Renzi sta sbagliando".

Qual è il messaggio che è passato all'ascoltatore? Che Cuperlo sostiene che Renzi stia sbagliando,  anche se ha detto esattamente il contrario.
L'opinione può essere condivisibile o meno, non mi interessa, è la tecnica di comunicazione che è sbagliata. Anche perché, se lo ascoltate, Cuperlo ha elencato almeno 5 cose per cui la decisione di Renzi non gli è piaciuta, quindi gli estremi per cui, a suo parere, il segretario stia sbagliando ci sono eccome.
Per una persona che vuole tirarsi dietro un seguito politico questa ambiguità è un errore da principiante e indice di scarsa capacità comunicativa. 

L'intervista di Gianni Cuperlo: link.
Il commento di Beppe Severgnini: link.

Ps: ovviamente il "non" può essere utilizzato quando si vuole ottenere l'effetto prima descritto, per esempio per lanciare un messaggio velato, ma non troppo,  al proprio interlocutore. Per esempio potrei dire "non vorrei pensassi io sia troppo giovane per questo lavoro" quando sono certo che il mio interlocutore lo pensi, ma magari stia evitando di dirmelo per educazione. Nell'esempio specifico, mi capita spesso che questa espressione mi permetta di ancorare l'idea del mio interlocutore che si frega da solo cominciando a elencare decine di argomenti per cui lui non pensa che io sia troppo giovane per quel lavoro. Facendo così mi ha appena servito su un piatto d'argento tutte le sue perplessità, e a me non resta che smontarle una a una.  

sabato 18 gennaio 2014

Renzi+Excel = REnxcel, ovvero quando l'alfabetizzazione diventa innovazione

Ieri sera alle "Invasioni barbariche", ospite di Daria Bignardi, il segretario PD Matteo Renzi ha fatto vedere di saper usare un computer, cliccando per aprire un foglio Excel e compilarne le celle.
L'idea della scenetta nasce da un'intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui Renzi dice che "il patto di coalizione deve stare in un foglio Excel" (link).
L'intervistatore del Corriere a questa affermazione risponde chiedendo "Spiega anche a noi over 39 che cosa sia un file Excel?". Renzi illustra quindi la sua idea di mettere in caselle cosa fare, chi lo deve fare ed entro quando va fatto (in azienda la chiamerebbero programmazione, o pianificazione, e sarebbe normale farla, strano che chi la propone per il governo di una nazione appaia innovativo, ma tant'è...).
Da qui tutta la scenetta su LA7 con i risvolti simpatici sui siti di news in cui si titola stupiti che "Renzi sa usare Excel!".
Oggi voglio fare il "rompiballe" perché mi fa venire l'orticaria sentire queste cose... e cerco di spiegarne il perché.

Ho iniziato a tenere corsi di alfabetizzazione informatica nel 1997 con l'Associazione Genitori di Desenzano nell'ambito del Progetto ONDE. Tenevamo corsi per genitori ma anche per anziani del centro sociale, usando i computer nella Mediateca cittadina.
In effetti mi sarei stupito se nel 2000 qualcuno mi avesse detto "Ehi sai che Giuliano Amato sa scrivere una mail?". Non mi stupisco invece se la stessa cosa accade nel 2014.
Il politico che si propone per innovare il Paese deve essere padrone di una tecnologia che dalla seconda metà degli anni 90 è diventata uno dei più potenti strumenti di pianificazione utilizzati nelle aziende? Non sto dicendo che debba saper programmare in VBA, ma aprire un programma e scrivere dentro le caselle... lo posso pretendere o no? 

Perché mi dovrei stupire se un politico che mi propone un'agenda digitale per il Paese scrive da solo le sue email, invece di vergarne su carta pergamena con penna e calamaio la brutta copia da passare  poi alla segretaria per la trascrizione? Questo lo poteva fare Giolitti, ma non me lo aspetterei da Obama.
Perché lo stesso politico che non sa pronunciare Google (Berlusconi e Gogol) o si fa scrivere i tweet dai collaboratori (salvo poi fare cavolate e dare a loro le colpe, si veda il caso Boccia-F35) è quello che non sa quanto mi costa il gasolio o che su un hard-disk da 2 TB pago una corposa "tassa SAIE" anche se non piraterò mai nulla ma soltanto salverò i miei documenti di lavoro.
Ecco, il Paese che a gennaio del 2014 si stupisce se un politico e amministratore locale sa usare un computer è lo stesso che osteggia Google e Amazon vedendoli come il male a prescindere, è lo stesso che non vuole i pagamenti tracciati e che applica l'IVA al 22% sugli ebook non considerandoli dei libri veri (su cui si paga il 4%).

Se siamo un paese in buona parte senza una copertura internet decente, in cui le fatture vanno stampate e archiviate in formato cartaceo per 10 anni e in cui la raccomandata (con coda in posta, viaggio del postino e compagnia bella) sono la normalità, abbiamo oggi capito perché: usare Excel è un elemento di innovazione e che desta stupore.
Chissà se oggi il sommo poeta Dante ci farebbe un post sul suo blog oppure sceglierebbe un tweet:
Ahi serva Italia, di dolore ostello,nave sanza nocchiere in gran tempesta,non donna di province, ma bordello!
Di sicuro dovrebbe scartare l'idea di riscrivere la Divina Commedia in e-book: rischierebbe che l'IVA al 22% ne faccia aumentare troppo il costo!

P.s: ho tralasciato, volutamente, due commenti tecnici sulla vicenda REnxcel che qui riassumo. Primo, Excel (e il segretario devo ammettere che lo dice nell'intervista) è un foglio di calcolo, quindi serve per calcolare, analizzare, graficare e gestire dati e informazioni. Non è una pagina bianca con tante colonnine già pronte, come qualcuno crede. Se vuoi solo la tabella vuota da compilare scrivendoci dentro puoi usare benissimo Word, che è appunto un elaboratore di testi. Secondo, la Bignardi dice che da Renzi si aspetterebbe un utilizzo di OpenOffice, dando per scontato che open sia meglio. Partiamo dal fatto che ognuno deve usare il software con cui si trova meglio e che sia in grado di aumentare e ottimizzare la propria produttività, e non scegliere questo o quel programma perché "fa figo". Excel nella suite Office costa 135 euro, ma per esempio il suo equivalente per Mac, Numbers, costa 17,99 euro. Quindi non stiamo parlando assolutamente di cifre fuori portata anche nei software proprietari, come invece qualcuno potrebbe pensare, ed è per questo che molte aziende preferiscono continuare ad utilizzarli piuttosto di passare all'open. 

Qui il link all'intervista integrale sul LA7, la scenetta su Excel inizia al minuto 22.

venerdì 17 gennaio 2014

Corso Informa e Università Roma Tre

L'11 aprile terrò un corso (valido anche come aggiornamento RSPP e CSP/CSE) organizzato dall'Istituto Informa e dall'Università Roma Tre dal titolo "Le attrezzature di lavoro e la formazione degli operatori secondo l’Accordo Conferenza Stato Regioni e le Circolari esplicative".
La sede del corso è Roma, dura tutta la giornata e se l'argomento vi pare noioso tenete conto che ci saranno anche i coffee break e il pranzo al ristorante compresi nel prezzo.
In più è di venerdì, per cui il giorno ideale se dopo il corso vi vorrete trattenere per un primaverile weekend romano!
Qui tutte le info: link.

  

giovedì 16 gennaio 2014

Presentazione del libro "Il ventennio. Io, Berlusconi e la destra tradita"

L'Associazione culturale "Futuro", di cui faccio parte, in collaborazione con l'Associazione culturale "Aldo Moro", nell'ambito della rassegna "Castenedolo... Incontra", organizza per venerdì 31 gennaio  alle ore 20:45, in Castenedolo presso la Sala Civica dei Disciplini,  la presentazione del libro "Il ventennio. Io, Berlusconi e la destra tradita".
Saranno presenti l'autore Gianfranco Fini, Massimo D'Alema, Paolo Corsini, Antonio Polito e modererà la Maria Latella.

domenica 12 gennaio 2014

La vita non è in rima (per quello che ne so)

La prima lettura di queste vacanze natalizie è stata "La vita non è in rima (per quello che ne so). Intervista sulle parole e i testi", un libro-intervista a Luciano Ligabue sulle sue canzoni e sulla sua musica.
I libri dei cantanti di solito hanno tutti lo stesso format, ma questo l'ho trovato diverso. L'autore entra anche in aspetti tecnici e spiega alcune scelte stilistiche, musicali, di rime e di parole. Insomma per chi fa musica potrebbe anche essere un utile strumento didattico.
Per chi come me è solo un appassionato sarà invece difficile non canticchiare gli spezzoni di canzoni presenti nel testo (con somma gioia delle persone vicine quando ci metti 2-3 tentativi ad azzeccare la melodia...!).
Link Amazon

giovedì 9 gennaio 2014

Testiamo Italo

I primi di febbraio devo andare a Roma per lavoro e ho voluto prenotare con Italo.
I prezzi sono paragonabili, se non inferiori, al FrecciaRossa di Trenitalia e voglio proprio vedere come sono questi nuovi treni.
Mi è piaciuto il sito, che per la prenotazione è molto facile e intuitivo, e dopo il pagamento mi ha fatto un complimento "ambientalista" ricordandomi che con il treno emetterò meno CO2 che in auto e molto meno che in aereo.
Anche queste piccole cose sono importanti per un viaggiatore!


venerdì 3 gennaio 2014

Dal libro al computer: il libro è morto?

Immaginiamo di ascoltare un dialogo tra Bill Gates e Johannes Gutenberg sul "futuro" del libro. Tra l'inventore della stampa a caratteri mobili e uno degli artefici dell'informatizzazione di massa. Con questo testo, scritto nel 1999 quando ero in 5a liceo, ho partecipato (e vinto) ad un concorso organizzato dall'IRSE dal titolo "L'Europa e i giovani". Nel fare le pulizie di inizio anno nell'hard-disk l'ho ritrovato e nel rileggerlo oggi, quando si parla di ebook e di incentivi per le librerie, mi è sembrato ancora tremendamente attuale perché la mia idea sul libro di carta e inchiostro non è assolutamente cambiata. 
  
DAL LIBRO AL COMPUTER: IL LIBRO E’ MORTO? INVENTA UN DIALOGO TRA JOHANNES GUTENBERG E BILL GATES

J: Johannes Gutenberg
G: Bill Gates

G: A volte mi chiedo cosa possono avere in comune un Americano nato alle soglie del 2000 e un vecchio orafo di Magonza del 1400.

J: Forse la passione per i libri….

G: Sicuramente. Ho condiviso con essi i momenti più piacevoli e quelli più tristi, i dolori e le gioie. Nonostante tutto, molti mi accusano di aver contribuito alla morte del libro.

J: Mi viene da sorridere… Io ho contribuito al suo sviluppo! E nel luogo dove fui sepolto, nella chiesa di Saint-Victor, a Magonza, ora passa una strada molto trafficata! E vuoi sapere fino a dove arriva l’ironia della sorte? Quella strada è intitolata a Peter Schöffer, il mio giovane aiutante! E ti risparmio i racconti delle difficoltà che ho dovuto affrontare per poter portare a termine il mio progetto di stampare dei libri. Una invenzione come quella della stampa andava incentivata, non rallentata dalla miopia imprenditoriale.

G: Ho letto molto nella mia vita. Molti libri, dai racconti di avventura a quelli di fantascienza, dai fumetti ai testi scolastici fino ai manuali tecnici. Un mondo senza libro sembra inimmaginabile. Charles de Trooz ha detto: “I libri sono presenti, i libri sono fedeli. Li ritroverete sempre al loro posto, pronti a perdonare le vostre lunghe dimenticanze. Sono certi di avere sempre l'ultima parola.” E poi continuava: “voi avete bisogno di loro più di quanto loro abbiano bisogno di voi. Si tengono compagnia a vicenda. Continuano senza di voi i loro monologhi, i loro dialoghi e i loro accordi.” (Le Magister et ses Maitres).

J: La scrittura, come la pittura, è stata la prima conquista dell’uomo, insieme con la parola. Prima su argilla e terracotta, poi su papiro e pergamena e infine sulla carta, la parola scritta ha sempre raccontato le passioni, le ansie, le storie dell’uomo. In alcune grandi civiltà, la greca e la cinese ad esempio, una sola parola serve ad indicare sia lo scrivere che il dipingere. Infatti in greco “graphein” significa scrivere e dipingere, e lo stesso avviene per il vocabolo cinese “hsien”. La scrittura è quindi come la pittura.

G: Ma tu credi veramente che il libro possa “morire”?

J: Secondo il ragionamento che abbiamo appena fatto, come è nato il “libro”?

G: E’ nato con l’uomo, d’accordo, ma non vorrai farmi credere che le iscrizioni rupestri siano libri!

J: In un certo senso sì. Gli uomini di quel tempo ci hanno voluto raccontare le loro storie e sapevano soltanto incidere su quelle pietre. Scrivere. Il libro non può morire. E’ nato con l’uomo e morirà con esso.

G: Allora dici che qualsiasi iscrizione è un libro?

J: Non proprio, ma vi è una certa contiguità tra dipinti e incisioni e i nostri libri rilegati.

G: Parliamo allora del “libro rilegato”: ha un futuro in questo mondo tecnologico?

J: Sono un orafo e uno stampatore, non un analista. E’ difficile fare delle previsioni, e la mia opinione potrebbe essere errata. Piuttosto dimmi la tua previsione. Io, dopotutto, sono sempre un uomo del Medioevo. Invece tu sei un uomo moderno, conosci meglio di me le necessità e i bisogni, i piaceri e le soddisfazioni di cui ha bisogno l’uomo del nuovo millennio.

G: I documenti elettronici sono sempre più preferiti ai manuali nell’ambito produttivo. Ma anche nelle case di tutti noi sta avviandosi una piccola rivoluzione. I bambini imparano l’inglese, i colori, i nomi degli animali su un computer, non più su libri. Si sta sviluppando una tecnologia, e non è molto lontano il suo lancio a livello commerciale, che ci permette di sfogliare un libro “virtuale”, visualizzandone le pagine su un display portatile. Le tue prime opere, quella decina di Bibbie che ci sono rimaste a ricordo della  tua importantissima invenzione, sono visibili a migliaia di persone tramite un sistema simile a questo che ti ho appena spiegato. Il libro può andare in pensione dopo millenni di fedele servizio.

J: Interessante. Sorrido a pensare che nel 1400 la stampa a caratteri mobili era considerata una innovazione tecnologica! Ma si deve andare oltre queste tue argomentazioni. Ognuno di noi ha con il libro un rapporto del tutto personale, e questo comincia subito, con le prime esperienze, i primi suoi incontri con il sillabario. Il rapporto poi continua, si modifica, può diventare conflittuale. La relazione di un uomo con i libri poi si presta generosamente a una lunga serie di contrapposizioni e alla fine diventa il vero e proprio specchio della sua vita. Un libro può essere per un lettore una parola morta, per un altro può significare una specie di summa. Ma in entrambi i casi il libro è l’interlocutore principe del nostro cuore, funziona da tramite tra la nostra mente e le nostre sensazioni.

G:  Qual è il rapporto tra il libro e il lettore?

J: L’uomo che legge, l’uomo che non vive senza libri è certo di poter opporre alla realtà che lo circonda una seconda e più vera realtà: alle cose dobbiamo contrapporre le idee, agli oggetti i pensieri. Il bisogno di restare con se stessi, di sostare per un attimo alla porta della verità. Qual è quindi la meta del libro?

G: Il lettore?

J: Esatto. Tu stesso hai citato de Trooz: “I libri sono fedeli, sempre presenti”. E dicevi anche che noi abbiamo bisogno di loro. Il libro può essere letto sdraiati, seduti oppure ritti davanti ad un leggio: l’iconografia ci rivela molto a proposito dei luoghi e dei modi di lettura. Per dei libri uomini sono morti, per dei libri uomini hanno affrontati grandi rischi, per dei libri uomini sono fuggiti. Davanti ai libri si è pianto, sopra delle pagine si è discusso. Ma valevano forse le pagine e l’inchiostro quel sangue, quella paura, quel sudore, quelle lacrime o quelle parole? No, ma le parole che vi erano contenute sì.

G: Ma molto è cambiato dai tuoi tempi, Johannes. La fotocomposizione crea libri asettici, le biblioteche sono sempre più deserte. Sembra che sia l’uomo a voler uccidere il libro, e non esso a lasciarsi morire.

J: Sfogliare le pagine, anche se schiarite con cloro e con immagini a milioni di colori, provoca sempre delle sensazioni. Aprire un libro significa calarsi in un mondo da cui usciremo soltanto quando vorremo chiudere quelle pagine. E saremo noi a decidere quando farlo. Quel mondo fantastico sparirà o comparirà di nuovo ad un nostro cenno. Per quanto riguarda le biblioteche, hai ragione. Ma l’essere umano non è ancora stato capace di liberarsi dell’atto del leggere…

G: Può sembrare ridicolo, ma è la realtà. In passato si desiderava leggere, avere sottomano dei libri, ma era impossibile a causa della indisponibilità e dell’alto costo che i volumi avevano. Oggi che c’è abbondanza di volumi e i prezzi sono stati abbattuti meno gente legge.

J: Non proprio. E’ cambiato il modo di affrontare la lettura. Non c’è più lo spazio per l’otium letterario.

G: Forse il tipo di vita che conduciamo contrasta con l’antica abitudine della biblioteca. Quando sarà tutto registrato e microfilmato allora sarà eclissato il valore del libro come lo consideriamo noi oggi. Ma il valore che si perderà sarà solo la dimensione. Le parole, i sentimenti saranno trasmessi comunque.

J: Alcuni scrittori oggi hanno fatto loro il principio del “tutto subito”. Producono “libri di consumo”.

G: Il seme muore e prende il suo posto una rigogliosa pianta. Come possiamo saper cosa accadrà di preciso? Tu stesso dicevi che è impossibile fare previsioni. Se questi “sacerdoti del vano” finiranno dimenticati come possiamo saperlo? E se il libro venisse, grazie a loro, rivalutato?

J: Il pericolo è nella religione del provvisorio. Non dobbiamo abituarci ad un mondo in cui l’immagine non è evocata dalla fantasia, ma legata ad un telecomando, ad una tastiera ed un monitor. La carta stampata, invece, ci invita a fermarci: ogni spazio bianco tra i paragrafi è fatto apposta per far scrivere noi, la nostra mente. Ogni lettore è anche lo scrittore del libro che sta leggendo. Perché il libro non è solo quella serie di pensieri che escono dalla penna dell’autore. E’ anche una nostra co-produzione. E’ anche nostro! Ecco perché ci provoca certe emozioni. Ed ecco perché il libro non può morire.

G: Supponiamo succedesse…

J: Quando accadrà bisognerà pensare che il più prezioso strumento della nostra macchina interiore sarà bloccato per sempre e inventare un sostituto sarà pressoché impossibile. Il libro è la strada maestra della mente umana: innanzitutto per le lezioni che ci dà e poi per la sua patinata bellezza. Ma possiamo considerarlo anche un delizioso sentiero che ci conduce verso radure in cui mormorano mille e mille felicità, in cui l’uomo, pieno di speranza, affidandosi solamente alle pagine si ritrova, si rappacifica con se stesso, e si illumina.