mercoledì 22 gennaio 2014

Perché evitare il "NON": l'esempio di Cuperlo

Quando tengo dei corsi con argomento le tecniche di comunicazione dico spesso che il termine "non" deve essere evitato. Primo perché confonde, secondo perché trasmette proprio il concetto contrario a quello che si vuole dire.

Il nostro cervello per realizzare una negazione, deve prima crearsi la frase al positivo e soltanto dopo metterci una bella X grossa sopra per negarla.
Un esempio? Se vi dicessi che "non dovete assolutamente pensare a una mucca pezzata che pascola in un prato di montagna"... voi cosa state visualizzando? Una bella mucca che pascola, con una X grossa sopra. Ma intanto la mucca in testa ve l'ho messa.
Espressioni tipo "non sono qui per farti perdere tempo", "non sto dicendo che sei cretino" oppure "non voglio che pensi che stia per lasciarti" hanno proprio l'effetto contrario rispetto a quello che vorremmo noi.

E' un grossolano errore di comunicazione che viene fatto frequentemente, purtroppo anche da persone che non dovrebbero fare errori simili. Ieri sera a Ballarò uno dei nostri politici, Gianni Cuperlo, ha fatto questo errore, e Beppe Severgnini lo ha fatto notare.
La frase è stata: "Non sto dicendo che Matteo Renzi sta sbagliando".

Qual è il messaggio che è passato all'ascoltatore? Che Cuperlo sostiene che Renzi stia sbagliando,  anche se ha detto esattamente il contrario.
L'opinione può essere condivisibile o meno, non mi interessa, è la tecnica di comunicazione che è sbagliata. Anche perché, se lo ascoltate, Cuperlo ha elencato almeno 5 cose per cui la decisione di Renzi non gli è piaciuta, quindi gli estremi per cui, a suo parere, il segretario stia sbagliando ci sono eccome.
Per una persona che vuole tirarsi dietro un seguito politico questa ambiguità è un errore da principiante e indice di scarsa capacità comunicativa. 

L'intervista di Gianni Cuperlo: link.
Il commento di Beppe Severgnini: link.

Ps: ovviamente il "non" può essere utilizzato quando si vuole ottenere l'effetto prima descritto, per esempio per lanciare un messaggio velato, ma non troppo,  al proprio interlocutore. Per esempio potrei dire "non vorrei pensassi io sia troppo giovane per questo lavoro" quando sono certo che il mio interlocutore lo pensi, ma magari stia evitando di dirmelo per educazione. Nell'esempio specifico, mi capita spesso che questa espressione mi permetta di ancorare l'idea del mio interlocutore che si frega da solo cominciando a elencare decine di argomenti per cui lui non pensa che io sia troppo giovane per quel lavoro. Facendo così mi ha appena servito su un piatto d'argento tutte le sue perplessità, e a me non resta che smontarle una a una.  

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