giovedì 2 luglio 2015

Se per scrivere basta una penna (o una tastiera)

La lettura è una gioia: quelle parole che scorrono davanti ai nostri occhi richiamano pensieri, immagini, suoni e certe volte anche profumi e sapori. Provate a guardarvi intorno e, se c'è qualcuno, osservatelo. Quella ragazza estrae il cellulare, legge un messaggio... sorride: è il suo amore che le scrive. Quell'uomo legge la pagina economica del quotidiano e cambia espressione più approfondisce la lettura: i suoi risparmi sono in quel fondo che ora ha dei problemi. Una signora arriva trafelata alla fermata dell'autobus, l'espressione in viso è ansiosa, ma poi legge l'orario e diventa triste: arriverà a casa con un'ora di ritardo.

La lettura provoca a tutti noi delle reazioni, ecco perché leggere qualcosa di scritto male ci toglie il piacere stesso di leggere. Scrivere male, a mio parere, dovrebbe essere paragonato a un reato contro la persona.
Preciso che il mio è un ragionamento esclusivamente in termini di stile e di sintassi e non di contenuti. Se ti piacciono i romanzi rosa o i polizieschi, se ti devo raccontare la strage dei migranti o il festival di Cannes userò espressioni e toni diversi. Appare ovvio che non posso farne una questione di contenuto. Mi limito a dire, anzi a pregare: se scrivete, scrivete bene, noi lettori ve ne saremo immensamente grati.

Prendo spunto da un articolo letto su un quotidiano on-line. Non voglio alimentare flame o discussioni che ci sposterebbero dal punto centrale: non discuto dei contenuti ma dello stile. Ecco perché non do i riferimenti al testo e ho modificato alcuni dati riferibili a fatti/eventi/persone. Segnalo solo che quello che cito non è un articolo tratto da un blog o da un sito ma da un quotidiano online che, a quanto leggo, è registrato presso il tribunale come testata giornalistica. Quindi nel mio ipotetico reato di "mala scrittura" ci sarebbe, in questo caso, la base per una seria aggravante.
Giorno data mese, ore XX.XX. La sede è, il palazzo del Turismo, alias Palazzo Todeschini, il colpo d’occhio sul porto vecchio pure, speriamo che i contenuti siano all’altezza. Questi i primi pensieri che chi scrive ha sviluppato nell’arrivare a Desenzano del Garda alla prima uscita ufficiale dell’associazione “ABC”. 
Inizio a leggere il primo periodo e già mi fermo... avrò il coraggio di continuare? Alcuni spunti nel seguito.


1) Il termine alias significa "cioè, ovvero; altrimenti detto" e l'esempio che un dizionario riporta è "Michelangelo Merisi alias il Caravaggio". E' il soprannome a essere l'alias, non il nome. Per intenderci è "Gennaro Gattuso alias Ringhio" e non il contrario.  Quindi la fase avrebbe dovuto essere "La sede è il palazzo Todeschini, alias palazzo del Turismo", visto che prima di avere la destinazione d'uso che noi conosciamo oggi quella era la casa comunale progettata dall'architetto Giulio Todeschini. Il motivo per cui la P di palazzo sia prima maiuscola e poi minuscola non è dato saperlo, ma soprassediamo.

2) La punteggiatura non si mette a caso come il cacio sulla pasta. La virgola è tipica di scritti che richiedono una certa elaborazione e compostezza compositiva ma è ignorata o evitata quasi del tutto nella scrittura online: come mai? Non lo dico io ma Mortara Garavelli che tra l'altro fornisce alcuni suggerimenti su come utilizzare meglio questo segnetto che rende armoniosa o saltellante la lettura a seconda della sua posizione. 


3) Rileggete, rileggete, rileggete. Nella seconda frase c'è un pure che non si capisce da dove spunti. Pure cosa? La vista pure? Il panorama pure? La sala pure? Non è dato saperlo, di sicuro l'autore poteva pure rileggere la frase prima di pubblicare l'articolo.

4) Siate coerenti. Il resto dell'articolo, per chi lo leggesse, apparirebbe un po' come il racconto della rivelazione della Madonna ai pastorelli, con l'esaltazione dei relatori e dei contenuti trattati. Come ho detto non entro nel merito, mi serviva solo trasmettere l'atmosfera per preparare il lettore all'incipit "speriamo che i contenuti siano all'altezza". A parte che... all'altezza di cosa? Del Palazzo del Turismo o del colpo d'occhio sul porto vecchio? (Segnalo che ogni desenzanese scriverebbe Porto Vecchio, con le iniziali in maiuscolo, ma concediamo la svista ai non nativi). Leggendo questo incipit io mi preparerei a un disastro, a un convegno mediocre, e se mi fermassi a leggere l'articolo al primo periodo (anche su invito degli errori e della scarsa scorrevolezza delle due righe precedenti) nella mia mente avrei archiviato l'evento XXX come un fallimento. Non mi pare però, leggendo nel seguito, che chi abbia scritto l'articolo avesse queste intenzioni: voleva invece trasmettere l'idea di un evento di successo, positivo e degno di memoria. 

Proviamo a correggere? Senza sconvolgere troppo il testo, ovviamente (e quindi non come lo avrei scritto io per intenderci, perché per esempio a me questa parte dei contenuti all'altezza proprio non piace...).
Giorno data mese, ore XX.XX. La sede è il Palazzo Todeschini, alias Palazzo del Turismo, a cui si accede con un incantevole colpo d’occhio sul Porto Vecchio. Il primo pensiero di chi scrive, raggiungendo un'ambientazione così accogliente e suggestiva, è che la conferenza non potrà che avere dei contenuti all’altezza. Questo evento coincide con la prima uscita ufficiale dell’associazione “ABC”. 
Questa proposta non ha pretesa di perfezione, ma credo si noti un certo miglioramento e una maggior scorrevolezza. Farò lo stesso lavoro anche per i 5 periodi successivi? Assolutamente no... ho già un altro lavoro, ma sono disponibile come revisore se può servire!

Consiglio però la lettura piacevole di "Stile stupendo", un breve articolo di Beppe Severgnini che contiene alcuni consigli utili da conoscere prima di prendere in mano la penna o di digitare sulla tastiera.

P.s.: prevengo l'obiezione della "svista", dell''"errore", ecc. Sbagliare è umano, nessuno è perfetto, e ci può stare. Ecco perché rileggere aiuta e far rileggere (ad altri) aiuta ancora di più! Errare è umano, ma inanellare sviste, errori, costruzioni sintattiche degne del cubismo e pubblicare comunque il testo di certo non può che essere estremamente diabolico. 

Link: citazione di Mortara Garavelli



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