giovedì 12 febbraio 2015

Comunicazione e sicurezza - lezione 1

Nella mia attività editoriale e di formazione mi trovo spesso a parlare di comunicazione efficace non al classico uditorio di commerciali o manager, ma a preposti, dirigenti e datori di lavoro che spesso non hanno mai affrontato questi argomenti in ambito professionale perché non ne hanno mai sentito il bisogno. Dovendo riordinare le idee per un progetto ho pensato di pubblicare in 3 parti un estratto che affronta le tecniche di comunicazione efficace per il preposto (il capo-cantiere, capo-turno, capo-reparto, ecc). Un punto di vista diverso, finalizzato non alla vendita di un prodotto ma all'acquisizione di competenze e di sensibilità in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Buona lettura!


Perché parlare di comunicazione in un corso per preposti? Abbiamo appena finito di analizzare obblighi, compiti e responsabilità che competono alla figura del preposto e tutto quanto visto finora ci ha portati a concludere come il suo ruolo sia fondato su aspetti relazionali. Correggere comportamenti errati, chiedere il rispetto di determinate regole e segnalare ai superiori le violazioni dei colleghi può non essere facile soprattutto in ambienti in cui il rapporto umano potrebbe portare a essere indulgenti (con se stessi e con gli altri). La comunicazione errata potrebbe addirittura portare a scaldare gli animi e inasprire i rapporti tra colleghi, ed è proprio quello che vorremmo evitare promuovendo un’atmosfera cordiale e serena sul luogo di lavoro.

Concentriamoci allora su alcuni punti che possono aiutarci a migliorare la nostra comunicazione, perché non dimentichiamo che la comunicazione efficace è in grado di minimizzare gli effetti di una situazione critica e massimizzare i benefici di una situazione positiva. Sia che si tratti di eventi piacevoli o spiacevoli la comunicazione efficace si rivelerà essere in ogni caso un ottimo strumento.

La comunicazione si svolge sempre tra un emittente e uno o più riceventi. Come il lanciatore che tira la palla al ricevitore, così l’emittente invia un messaggio, che ha un contenuto proprio, al ricevente. L’ambiente in cui si svolge questo scambio si chiama contesto. Ovviamente i ruoli si possono scambiare, infatti chi era ricevente può diventare poi emittente e così via durante tutta la conversazione. Il messaggio è un codice e come tutti i codici deve essere codificato dall’emittente e decodificato dal ricevente. Forse ci è capitato ancora di assistere a una conversazione tra due persone che parlavano tra di loro in una lingua a noi sconosciuta. Noi, da ascoltatori e quindi da riceventi, non eravamo in grado di comprendere nulla di quel messaggio. Forse intuivamo qualcosa dai gesti e dalle espressioni, ma il senso del messaggio e i dettagli ci sfuggivano. Dove era il problema? Forse quella persona non si esprimeva bene nel suo linguaggio? Non si direbbe visto che il suo interlocutore sembrava comprendere benissimo il discorso. Il problema era nella nostra incapacità di decodificare il loro messaggio, il loro codice. Molto spesso noi ci esprimiamo con il nostro codice, che viene quindi codificato nella nostra mente, e ci aspettiamo che il nostro interlocutore lo decodifichi nello stesso modo. Non sempre accade, e quando ci sono incomprensioni non dobbiamo in maniera sbrigativa attribuire le colpe al nostro ricevente. Se la palla non viene presa dal ricevitore, forse potrebbe essere che noi l’abbiamo lanciata male? Poniamoci allora la domanda “avrò comunicato bene?” e riproviamo: lancio migliore, presa certa. Miglioriamo la nostra comunicazione e miglioreremo la comprensione che le persone avranno di noi e di quello che vogliamo dire loro.

Dobbiamo individuare i tre assiomi della comunicazione, ovvero:

1) “Non si può non comunicare” Ogni comportamento è comunicazione

2) “Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione” L'aspetto di relazione classifica l'aspetto di contenuto

3) “Si comunica a livello verbale para-verbale e non-verbale” L’aspetto di contenuto è rappresentato principalmente dal livello verbale, l’aspetto di relazione è veicolato principalmente dai livelli paraverbali e non verbali

... continua


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